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Milano Esoterica
guida interattiva ai luoghi misteriosi 
di Milano tra streghe, inquisitori, alchimisti e fantasmi inquieti

INTRODUZIONE
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Inizio del viaggio: Libreria Esoterica

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Sul mio grembo ho il libro della Conoscenza

Dovrai studiare e apprendere con pazienza

In questo luogo ho disseminato il mio sapere

più conoscerai e più aumenterà il tuo potere

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LA PAPESSA - ARCANO II

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1. Palazzo Acerbi
e la casa del diavolo

Corso di Porta Romana, 15

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Incauto viaggiatore, fai molta attenzione

lasciati catturare dalla mia tentazione,

se la curiosità fin qui ti ha portato

ti mostrerò laddove mi sono palesato…

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IL DIAVOLO - ARCANO XV

LIBRERIA ESOTERICA
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Uno strano marchese, la peste e il diavolo

Nel 1615, a bordo di una carrozza trainata da sei cavalli neri, scortato da 16 cocchieri color smeraldo, fece il suo ingresso in città il nuovo proprietario del palazzo: Ludovico Acerbi, Marchese di Cisterna. Divennero celebri gli sfarzosi ricevimenti che egli amava organizzare con i membri della nobiltà all’interno del palazzo. Con il diffondersi dell’epidemia della peste, nel 1630, morte e disperazione dilagarono per tutta la città. Eppure, il Marchese continuava a dare feste e né lui né i suoi invitati si ammalavano. Le famiglie dei nobili milanesi iniziarono a fuggire in dimore di campagna invece Ludovico Acerbi rimase in città e, mentre fuori la gente moriva, continuò a ballare, mangiare e divertisti con la sua stretta cerchia di invitati alle sue feste nel palazzo. I Milanesi non ci misero molto a convincersi che, dietro le sembianze del Marchese, in realtà si celasse il demonio in persona!

01. DA LIBRERIA A PALAZZO ACERBI
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2. L'ossario di S. Bernardino e il trionfo della Morte
Piazza S. Stefano

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Sono il destino da tutti condiviso

Con me fredda è la pietra e spento è il sorriso

Nei miei luoghi regna il silenzio e il sacro

Faccio delle tue ossa il mio simulacro

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LA MORTE - ARCANO XIII

Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris

In questo luogo di fede la morte ci accoglie in un incontro emozionale e spiazzante. Tutto ciò che si trova all’interno di questo santuario è decorato con ciò che resta del corpo umano: le ossa danno infatti forma a fregi e disegni. Crani e tibie sono stati utilizzati come decori, monogrammi mariani e croci. Sulle nicchie, nei pilastri, sulle porte, sulla trabeazione: la morte è ovunque e ci ricorda la vacuità della vita. I resti umani derivano da cimiteri seicenteschi soppressi, dall’ospedale Maggiore Cà Granda e dall’ospedale del Brolo che un tempo qui vigeva. Eppure, la cupola affrescata da Sebastiano Ricci nel 1695, con le anime portate in cielo dagli angeli, ci ricorda che la vera esistenza, perfetta ed eterna, sta altrove e che la vita terrena è solo un passaggio. La leggenda vuole che la notte del 2 novembre lo scheletro di una bambina si rianimi e coinvolga tutti gli altri in una danza macabra. Riesci a individuarlo?

OSSARIO DI S. BERNARDINO
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3. Il Duomo e le quattro madonnine 

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Su questa terra rappresento il Divino,

ho barba da sapiente ma occhi da bambino,

con la mia mano la sua benedizione ti porto

entra nel mio tempio, vi troverai conforto 

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IL PAPA - ARCANO V

Duomo - 1386

Uno dei simboli più conosciuti nel mondo di Milano è la Madonnina, che in realtà, a differenza di quanto potrebbe far sembrare il nome, è alta 4,16 metri. 

L’incarico di realizzare la statua fu affidato allo scultore Giuseppe Perego, che nel 1769 presentò tre diverse soluzioni. Della prima e della terza proposta (quest’ultima quella definitiva) esistono tuttora i modelli in terracotta, conservati nella Sala della Madonnina del Museo del Duomo, dove è anche esposta la testa realizzata al vero ricavata da un unico tronco di noce. Nell’agosto del 1939, alla vigilia dell’ultimo Conflitto Mondiale, la statua fu coperta da un panno grigioverde e rimase così per cinque anni, per evitare di fornire un facile bersaglio ai cacciabombardieri. Lo scoprimento avvenne il 6 maggio 1945 con rito solenne ad opera del Cardinale Schuster, allora Arcivescovo di Milano.

Durante il regime fascista, Mussolini decise che, per rispetto nei confronti della Vergine, non sarebbe dovuto esistere alcun palazzo che superasse la statua in altezza. La Madonna sarebbe quindi dovuta rimanere sulla vetta più alta a proteggere la città. ​ La Torre Velasca, inaugurata nel 1957, rispettò il limite fermandosi a 106 metri. Anche dopo la caduta del regime la tradizione si mantenne. Il Grattacielo Pirelli, oggi sede del Consiglio Regionale, progettato da Giò Ponti e alto 127 metri, fu il primo ad avere una copia della madonnina sul tetto. Mantenne il record di edificio più alto di Milano fino al 2010, quando fu completato Palazzo Lombardia, oggi sede della Giunta Regionale, opera dello studio Pei Cobb Freed & Partners.

In cima al nuovo grattacielo, alto 161,3 metri fu posta una terza statua della Madonnina. Infine la madonnina sulla torre Isozaki è la quarta copia di quella originale. Anche oggi la Madonna veglia Milano dal suo edificio più alto. 

LE PORTE BRONZEE E IL FANTASMA DI CARLINA
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Contenuto extra
Piazza dei Mercanti, la scrofa e la pieta della vergogna

 

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Con la bilancia peso il tuo operato

non c'è nulla in te che non abbia osservato

Alla mia spada devi prestare attenzione

essa è il simbolo della vera ragione. 

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LA GIUSTIZIA - ARCANO VIII

Un oracolo per fondare la città della "terra di mezzo"

Sorta nel XIII secolo, Piazza dei Mercanti era il polo cittadino medievale di scambi economici e di incontri dei diversi commercianti. In origine era più ampia, quasi il doppio dell’attuale, comprendeva anche il collegio dei Giureconsulti, con sei accessi alle via attigue, ed era sprovvista del pozzo, aggiunto solo nel XVI secolo. Non sono molti a saperlo, ma il vero simbolo della città di Milano è un animale non proprio onorevole: la scrofa. E, per giunta, semilanuta.  Milano, secondo quanto narrato dallo storico Tito Livio, e come confermato da alcune ricerche storiche, sarebbe stata fondata nel VI secolo a.C. da una tribù celtica che, dalla Gallia, attraverso le Alpi, giunse nella penisola italica con l’intento di conquistarne la parte settentrionale. A guidare la tribù era Belloveso, nipote del re celtico Ambigato. La leggenda narra che, arrivato nella pianura padana, Belloveso, si ritrovò in mezzo ad un paesaggio inospitale fatto di fango e paludi e pertanto consultò l’oracolo per sapere il punto preciso in cui stabilire l’insediamento. 

La risposta dell’oracolo fu che una scrofa ricoperta di pelo avrebbe indicato l’origine e il nome della città. E così fu: ad un certo punto, lungo il cammino, i Galli si ritrovarono davanti ad una femmina di cinghiale con il pelo molto lungo (ma solo nella parte anteriore del corpo), che pascolava. La scrofa, per i celti, era un animale sacro e questo incontro fu interpretato come il segno propizio per la fondazione della città. 

Lo storico pozzo che in principio sorgeva fra il palazzo della Ragione e quello dei Giureconsulti, come appare nelle vecchie stampe, era uno dei pozzi pubblici più frequentati. Si dice anche che al posto del pozzo vi fosse prima la ‘pietra dei falliti‘, un masso spigoloso sul quale venivano fatti sedere a natiche scoperte chi frodava o andava in fallimento, prima della sentenza.

PIAZZA DEI MERCANTI
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4. S. Maria presso S. Satiro
Via Torino

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Accecato dalla rabbia, ho perso la ragione

Il vizio della mia anima è diventato prigione,

Ho colpito la Vergine per follia e vendetta

da allora la mia anima è maledetta!

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IL MATTO - ARCANO 0

Una Madonna pugnalata e il suo miracolo 
 

La costruzione della chiesa risale alla fine del Quattrocento per volere di Gian Galeazzo Sforza. Il finto coro dietro all’altare è una creazione prospettica del Bramante il quale, per mancanza di spazio, optò per una illusione ottica con un motivo a cassettoni che, visto frontalmente, desse l’impressione di un’ampia cupola. Massanzio da Vigolzone, così lo nominano le cronache, era un giocatore d’azzardo lascivo e poco raccomandabile. Un giorno in preda all’ira per aver perso tutti i suoi averi al gioco, pugnalò al cuore l’immagine della Vergine Maria che ai suoi tempi era esposta nella strada davanti alla locanda dove soleva giocare. L’effige iniziò a grondare sangue e il vizioso Massenzio si ravvide consacrando la sua vita a Maria. Dopo 234 anni Gian Galeazzo Sforza decise di costruire la chiesa per esporre l’effige miracolosa.

S.SATIRO E LA MADONNA PUGNALATA
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5. Piazza della Vetra e i processi alle streghe
Basilica di S. Lorenzo

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Osservo il mondo capovolto

comprendendone ogni suo risvolto

Sono riuscito a superare l’iniziale paura

Tutto questo è iniziato come una tortura

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L'APPESO - ARCANO XII

Stregoneria, processi e torture
 

La città meneghina fu teatro di diverse esecuzioni in seguito alle accuse di stregoneria. In realtà il primo “stregone” ad essere arso sul rogo fu Gaspare Grassi da Valenza, accusato di essere un negromante e incantatore di demoni. La sentenza fu promulgata dal podestà di Milano Carlo Geno e l’imputato venne decapitato il 16 settembre del 1385.

Ma il personaggio che diede una svolta alla caccia alle streghe di Milano fu sicuramente Carlo Borromeo. I suoi metodi erano particolarmente cruenti. Nel 1558 la sede del tribunale dell’Inquisizione venne trasferita da Santa Maria delle Grazie a S. Eustorgio e il Borromeo fu nominato arcivescovo. Nel primo concilio provinciale da lui indetto venne approvato il decreto (Sulle arti magiche, avvelenamenti e divinazioni proibite) con cui venivano colpiti indovini, maghi e alchimisti. Soltanto a Milano durante il suo episcopato (1595 – 1631) vennero bruciate nove streghe e uno stregone, tutti giustiziati in Piazza della Vetra.

PIAZZA DELLA VETRA E I PROCESSI ALLE STREGHE
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6. S. Eustorgio, i Re Magi e la Madonna demoniaca 
 

Con la mia luce illumino il tuo cammino,

raggiungi la mèta, ci sei quasi vicino.

I tre Re ho guidato nel loro intento

le sacre spoglie vennero messe qui dentro.

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LE STELLE - ARCANO XVII

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Basilica di S. Eustorgio - 344 circa.

Secondo un’antica tradizione i Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo e vi morirono martiri. I loro corpi sarebbero poi stati trasferiti da sant’Elena, madre di Costantino, a Costantinopoli, in Santa Sofia. Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe poi avuto in dono le reliquie dall’imperatore Costante. Le sacre spoglie sarebbero state trasportate in città in un grande e pesante sarcofago marmoreo trainato da due buoi che, giunti alle porte di Milano, sarebbero crollati esausti. In questo luogo Eustorgio avrebbe quindi deciso di fondare una basilica. All’interno della cappella Portinari, è raffigurata una inquietante immagine della Madonna con bambino…entrambi con le corna! In realtà si tratterebbe di una manifestazione del diavolo che, sotto mentite spoglie, voleva ingannare Pietro da Verona che celebrava messa. Il santo, accortosi che non si trattava della Vergone Maria ma di una apparizione demoniaca, scacciò il diavolo con un’ostia consacrata.

BASILICA DI S. EUSTORGIO
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7. S. Ambrogio e la colonna del Diavolo
Basilica di S. Ambrogio

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In questo luogo sono riuscito ad entrare

l'astuto santo ho voluto tentare...

ma tanto ingenuo non si è dimostrato

con la sua fede all'inferno mi ha ricacciato!

​

IL DIAVOLO - ARCANO XV

La lotta tra il Santo e il Diavolo

Storicamente la colonna faceva parte del palazzo imperiale di Milano, fatto erigere da Massimiliano nel III secolo del quale rimangono solo alcune rovine presso l’odierna Via Brisa. La tentazione, si sa, è la prima arma del diavolo. Per il maligno era però difficile portare alla perdizione un’anima fedele e moralmente integerrima come quella di S. Ambrogio, vescovo di Milano che poi ne divenne il patrono. Vissuto tra il 340 il 397, Aurelio Ambrogio si può considerare uno dei personaggi chiave della storia della Chiesa del IV secolo. Un giorno, adirato dai suoi tentativi falliti, il diavolo decise di colpire Ambrogio, iniziando una vera e propria colluttazione. Il santo, con un impeto di coraggio, prese a calci il maligno e lo scaraventò contro la colonna. Il diavolo vi rimase incastrato con le corna e, sotto il pilastro, si aprì un varco attraverso il quale precipitò nuovamente all’inferno. Ancora oggi è possibile vedere i due grossi buchi lasciati sul marmo dalle corna del diavolo e si dice che, nelle notti di inverno, si senta provenire da questi odori di zolfo.

LA LOTTA TRA BENE E MALE A S.AMBROGIO
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8. La Vigna di Leonardo - Casa degli Antellani
Corso Magenta, 35

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Stella nel cielo, luce di speranza 

scandisci il tempo della vita, come una danza

Pianeti potenti, signori dell'universo

fate che io non mi senta più perso.

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LE STELLE - ARCANO XVII

La vigna di Leonardo e la stanza dello Zodiaco 

Durante il Rinascimento, nel tempo in cui Leonardo da Vinci viveva e lavorava a Milano, l’Italia era divisa in tanti stati grandi e piccoli ognuno dei quali era in mano a un nobile casato. Nel ducato di Milano regnava la famiglia Sforza. Gli Atellani erano una famiglia di cortigiani e diplomatici a servizio degli Sforza. Nel 1490 Ludovico Maria Sforza detto il Moro, signore della città, regalò al capostipite degli Atellani due case a corte con giardino. Nel 1498 donò a Leonardo una vigna di sedici pertiche situata nei terreni alle spalle della casa. La sala dello Zodiaco, presente nella dimora, risulta citata in un inventario dei beni già dal 1544. Le figure ritratte sulla volta del soffitto rappresentano i pianeti mentre nelle lunette sulle pareti sono dipinti i segni zodiacali. Non si sa perché pianeti e segni siano stati dipinti in quelle posizioni, potrebbe dipendere dal tema natale di un personaggio (Atellani o Sforza) di cui si ignora l’esistenza. La casa fu ristrutturata da Portaluppi e venne inaugurata al pubblico nel 1922.

VIGNA DI LEONARDO
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9. I fantasmi del Castello Sforzesco 
Piazza S. Stefano

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Sono il destino da tutti condiviso

Con me fredda è la pietra e spento è il sorriso

Nei miei luoghi regna il silenzio e il sacro

Faccio delle tue ossa il mio simulacro

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LA MORTE - ARCANO XIII

Spiriti inqueti e spettri ammaliatori

Tra i fantasmi del Castello Sforzesco la storia più truculenta è quella di Bianca Maria Gaspardone, accusata di aver fatto uccidere uno dei suoi amanti per vendicarsi delle ingiurie da lui ricevute. Smascherata, la contessa di Challant venne condannata a morte e decapitata di fronte al Castello Sforzesco; la sua testa fu esposta come monito e secondo le leggende milanesi di tanto in tanto il fantasma di Bianca Maria sorseggerebbe il sangue dell’amante ucciso da un’anfora per poi perdere letteralmente la testa. Se poi improvvisamente sentite il profumo di violetta nei paraggi del Parco Sempione, attenti! Può darsi che stiate per essere rapiti dalla bellissima Dama velata. Si tratta del fantasma di una donna vestita di nero che circuisce gli uomini facendoli innamorare perdutamente per poi alzare il velo e rivelare un teschio al posto del volto. Allorché gli uomini, perduto il senno, sono condannati a cercare la Dama velata al Parco Sempione per il resto dei loro giorni.

I FANSTASMI DEL CASTELLO SFORZESCO
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10. Il quartiere di Brera, la Pinacoteca e i Tarocchi

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Nelle mie carte le tue sorti sono svelate,

se vorrai consultarle mi troverai su queste strade

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IL MAGO - ARCANO I

Brera e i suoi cartomanti 

Non potevamo che concludere questo itinerario nel cuore della Milano Esoterica in uno dei posti più magici e d’atmosfera della città. Si tratta del quartiere di Brera, a pochi passi dall’Accademia delle Belle Arti. Un percorso di viuzze molto caratteristico, dove gallerie d’arte, botteghe antiquarie e ristoranti si susseguono per la gioia di coloro che amano passeggiare circondati dalla bellezza. Non tutti sanno che negli archivi della pinacoteca di Brera è custodito uno dei mazzi di tarocchi più antichi che la storia ci ha riconsegnato. Commissionati dalle famiglie Visconti-Sforza, le due dinastie che governarono Milano e la Lombardia a partire dal XIII secolo, questi tarocchi sono un vero capolavoro di arte miniata. Pare che la realizzazione del mazzo sia stato commissionato da Francesco Sforza a Bonifacio Bembo nel 1463. Forse non a caso, Via Fiori Chiari, specialmente nelle sere d’estate, è popolata di cartomanti che leggono il futuro alle numerose persone che vi passeggiano.

BRERA E LA VIA DEI CARTOMANTI
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Voci narranti:

Andrea Pellegrino (giornalista, storico dell'arte, criminologo)

Veronica Falcone (Umanista, speaker radiofonica, redattrice libreria Esoterica)

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FONTI BIBLIOGRAFICHE 

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Bologna Giulia, Leonardo a Milano, Istituto Geografico De Agostini.

Bongorni F.; Polidoro M,; Luoghi del mistero in Italia, ed. De Vecchi. 

Celoni Fabio, Milano esoterismo e mistero, Editoriale Olimpia

De Col Andrea, L'inquisizione in Italia, Mondadori. 

Dorsini Cristina, I tarocchi Visconti Brambilla, Il Meneghello Edizioni. 

Fassina Luca, Milano la città esoterica e nascosta, Historica Edizioni. 

Grado Giovanni Merlo, Streghe, Il mulino. 

Majo Angelo, Il Duomo di Milano, storia arte e significato, Ed. S. Paolo.

Maroni Luca, Milano e la vigna di Leonardo, ed. Sens.

Padovan G.; Ferrario I., Milano esoterica, dove la verità occulta conserva il proprio mistero, ed. Newton & Copton.

Pellegrino Andrea, Il segreto dei Tarocchi, Libraio Editore.

Pellegrino Andrea, Viaggio nell'Italia esoterica, Libraio Editore.

Piedimonte Emanuele Antonio, Milano esoterica storie misteri e leggende della città segreta, ed. Intra Moenia.

Pinotti Roberto, Luoghi misteriosi in Italia, De Vecchi. 

Praz Mario, La morte, la carne e il diavolo nella letteratura romantica. Bur. 

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